1 giugno 2016

La mia personale esperienza da Contraste, Milano


Quando ho fame vado da mia mamma a mangiare, possibilmente due porzioni abbondanti di gnocchi alla romana riccamente conditi. Quando voglio un'esperienza gastronomica, individuo l'oggetto dei miei desideri e rompo le scatole fino a raggiungerlo. Questo tipo di esperienza a volte può essere molto costosa e mi chiedo se ne valga la pena. Se resterò delusa mi sembrerà di aver buttato del denaro, ma non di aver sprecato il mio tempo, ci sarà comunque qualcosa da imparare. Le aspettative sono alte quando il conto supera 100 euro.
Questa volta mi è andata bene! La visita da Contaste ha lasciato il segno.
Ecco, forse ho esagerato con la lettura di blog e recensioni, mi sono giocata l'elemento sorpresa, e questa è la lezione per la prossima volta. Comunque, è andata così: ho scelto il menù degustazione da 6 portate più il dolce a scelta, preceduto dal "benvenuto" di 6 mini bocconcini e seguito da diversi pre e post caffè. I piatti sono davvero molto buoni, ed è ciò che conta. Ascoltandone la descrizione mi aspettavo alcuni sapori decisamente intensi, quasi violenti, per via di certi ingredienti che raramente mi capita di incontrare: animella di vitello, limone e caffè, anguilla affumicata negli gnocchi di patate insieme alla burrata, bagna cauda che ricopre il Gabilo sulla strada del sale, Sarda in saor racchiusa nelle sferetta esplosiva travestita da meletta verde con tanto di fogliolina germoglio. Invece ho trovato sapori delicati, ma così profondi e netti da poter essere percepiti con chiarezza e in lunghezza (traduco: tempo di permanenza sul palato). 
Geniale il Donut alla bolognese, servito molto caldo, il profumo del ragù, della pasta fresca all'uovo e della besciamella grassa e avvolgente che subito mi stordisce, accostato all'immagine divertente e spiazzante di una tipica ciambella fritta e glassata americana. Ottima anche la Entrana di manzo alla parmigiana, cottura al sangue senza perderne una goccia, morbidissima e saporita anche se l'avrei desiderata decisamente più calda. 

Mosaico di cheviche

Gabilo sulla strada del sale

Gnocchi, anguilla affumicata e burrata

Donut alla bolognese

Il presupposto è di prendersi il tempo necessario, non avere fretta, godere dei piccoli bocconi, mentre gli occhi percorrono la stanza. Qui il "contraste" è notevole. Il parquet intarsiato originale, gli affreschi al soffitto ed il bianco classico dei fregi alle pareti e sull'imponente camino convivono con lampadari  straordinariamente grandi e rossi, come ricoperti di merletti di cristallo, e quelle strane nuvole appena illuminate da una luce azzurra che sembrano arrivare da un telefilm di fantascienza anni '80 e che mi lasciano perplessa. 


Da quando ho potuto sperimentare come si sta dall'altro lato, osservo il servizio con occhi diversi e riesco ad apprezzare meglio il grande impegno e allo stesso tempo naturalezza con cui i ragazzi in sala si occupano di me. Lo chef Matias Perdomo from Uruguay l'ho solo intravisto, era in cucina. E mi è sembrato un buon segno.

Contraste Ristorante
Via Meda 2, Milano
02 49536597

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