3 ottobre 2012

La mia torta di nocciole

Questa torta è nel mio repertorio da forse più di vent'anni. E' stato uno dei primi esperimenti in cucina, rigorosamente senza l'aiuto di mia mamma, e per la verità neanche di immediato successo.
La prima ricetta, selezionata da non so più che libro o rivista, richiedeva una quantità esagerata di latte, ma siccome a tutti i costi mi ero fissata che dovevo per forza seguire le indicazioni, non ho voluto guardare in faccia alla realtà, e cioè che quell'impasto non necessitava di tutto quel liquido... e la torta venne fuori dal forno una poltiglia cruda e molliccia. Ho cercato poi altre ricette di torta di nocciole, e negli anni mi sono affezionata a questa. Così all'inizio di ogni autunno mio suocero si presenta con un cesto di nocciole, che pazientemente sguscio e  faccio tostare leggermente in forno per togliere più agevolmente la pellicina, e poi trito grossolanamente al mixer per creare una farina fatta in casa, un po' rustica. 
Da gustare a merenda con una tazza fumante di hojicha, tè verde giapponese saltato in grandi padelle ad alta temperatura, caratterizzato da un bel colore rosso scarico e da un gradevole aroma di tostato.

La mia torta di nocciole:
3 uova, 100g burro fuso, 150g zucchero semolato, 200g farina, 1 cucchiaio estratto di vaniglia, 150g nocciole tostate, spellate e passate al mixer, 1/2 bustina di lievito, un pizzico di sale, yogurt intero naturale (se necessario).

Mescolare le uova, lo zucchero ed un pizzico di sale con una frusta elettrica fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungere, sempre mescolando, il burro fuso a temperatura ambiente e l'estratto di vaniglia. Con una spatola aggiungere delicatamente la farina setacciata con il lievito, ed infine la farina di nocciole. Il composto deve risultare omogeneo e abbastanza morbido. Eventualmente, se troppo compatto aggiungere qualche cucchiaio di yogurt. Cuocere in una teglia a cerniera o in silicone da 24 cm circa, in forno statico a 170°/180°C per circa 45 minuti, finché la superficie non risulta ben dorata.

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