23 agosto 2015

Le cose che mi piacciono del Giappone


Come ogni bella vacanza che si rispetti ... è finita. Doveva essere così, è giusto che sia così.
Da domani si ritorna alla routine fatta di casa e uffico. Doveri, compiti, impegni quotidiani, con la cosapevolezza di aver vissuto giorni intensi e straordinari, che rimarranno spero per sempre nella mia memoria.
Naturalmente non ho amato ogni particolare del Paese che ho incontrato, ci sono aspetti della cultura giapponese che non mi attirano, il mondo hotaku, la passione per anime, videogiochi, personaggi virtuali, i divertimenti notturni, i quartieri super incasinati non fanno per me. Molto altro però mi ha riempito occhi e cuore.

  • Ho amato l'atmosfera sospesa di templi e santuari. La patina di antico e consunto e allo stesso tempo perfettamente curato e tirato a lucido. L'ordine, la pulizia, la cura maniacale del verde. La purificazione di corpo e spirito all'ingresso con poca acqua fresca di fonte. Il gesto umile e di profondo rispetto del togliersi le scarpe. Il profumo dell'incenso e l'attirarne a sè i fumi. Spesso queste oasi di pace fatte di ombra, pavimenti di legno lucidi e scricchiolanti, tettoie d'ombra, ponticelli di legno, laghetti brulicanti di gigantesche carpe koi colorate, sabbia pettinata perfettamente, sentieri punteggiati di piante curatissime e lanterne in pietra ricoperte di muschio si celavano nei più impensati angoli della Tokyo caotica e rumorosa, così come nella sacra Kyoto si susseguivano una dopo l'altra in un percorso di bancarelle di cibo e souvenir, fra urli e strepiti di venditori ambulanti.
         


  • Mi sono lasciata ipnotizzare dal frinire elettronico e potente di gigantesche cicale, colonna sonora della caldissima estate giapponese.
  • Ho amato i gesti precisi e codificati della signora che ha eseguito per noi una rapidissima e molto turistica cerimonia del tè e nonostante tutto testimone quasi inconsapevole di una tradizione antica e nobile, ricca di simboli culturali che a casa molte volte ho studiato e rievocato nelle mie serate a tema.



  • Ho amato i musei austeri e imponenti e le gallerie raccolte ed intime dove ho potuto ammirare dal vero molto di quanto studiato nei "libri di scuola". E' arte ed è artigianato. Amo da impazzire il table setting orientale e spenderei cifre da capogiro in piatti, piattini, ciotole, hashi, teaware, e moltro altro ancora ... (Evviva il Pottery Festival a Kyoto dal 7 al 9 agosto!)  


  • Ho amato il rito della puntatina giornaliera al Sento, il bagno pubblico. Una bella insaponata e spazzolata per togliere dal corpo sudore e polvere e una sosta rilassante nelle vasche di acqua bollente per rigenerare lo spirito da stanchezza e stress. Non che i giapponesi non abbiamo qualche problemino di stress, le questioni grosse sono altre, ma questo sistema sembra funzionare per me!
  • Ho amato il cibo in ogni sua forma, in ogni ora del giorno. Ho cercato di provare quanti più piatti possibili e sempre diversi per sapori, cotture e condimenti, ben consapevole di aver assaggiato solo una parte infinitesimale di quanto una cucina così ricca e interessante ha da offrire.






  • Ho apprezzato moltissimo nei giapponesi una qualità superiore di Helpfullness, disponibilità, gentilezza e cortesia all'ennesima potenza che onestamente, in questo preciso momento, nella mia vita faccio fatica a trovare nei rapporti con il prossimo. Qualcuno mi riprende quando spontaneamente adotto questo atteggiamento - tu sei troppo gentile, dici troppo, spieghi troppo ... come dire, sei troppo d'aiuto!
Ok, adesso è il momento di riprendere il cammino. Comincia il bello, buttiamoci in nuove avventure!

P.S.: la storia del viaggio per immagini #sarajap è su Instagram


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