1 dicembre 2011

In the mood for Pu-erh



Ah! Finalmente dicembre. Pensavo non finisse mai, novembre: mese lungo e faticoso. Non sento ancora l'atmosfera natalizia, faccio fatica a pensare ai regali, alle decorazioni, ai menù prossimi venturi (la mamma ha iniziato a sollecitare idee e proposte dalle sue figliolette), ma sono sicura che da questo week end le cose cambieranno.
Primo perchè prelude ad una settimana lavorativa corta, anzi cortissima, praticamente 2 giorni... grazie al pezzettino di Milano immerso nelle nebbie della Brughiera. Secondo perchè è il momento di vestire la casa a festa, anche se non sono una addobbatrice estrema e tendo al minimal. Quest'anno vorrei lasciare nello scatolone in cantina l'albero finto, seppur di bell'aspetto, e darmi alla scelta di un albero vero, piccolino, che profumi di fresco e di resina. Domani, dopo il lavoro, vado in avanscoperta, sarà mica troppo tardi per trovare l'esemplare desiderato?

Intanto nelle ultime settimane ho finito per saltare la merenda quasi ogni giorno, o meglio, tornando a casa all'ora di iniziare a preparar la cena, mi avventavo su una mela prima di iniziare a spignattare. Mi manca il mio tè del pomeriggio, sorseggiato lentamente e in quantità industriali, raggomitolata sul divano, con una pigna di riviste e libri di cucina e di home decoration, in cerca di ispirazione.
Mi piace pensare che il tè mi fa molto bene, al corpo e alla mente, proprio come il Tai Qi, che ho da poco iniziato a praticare. 
 


Di sera preferisco bere tè semifermentati o post-fermentati, i pu-erh, che contengono minime quantità di alcaloidi e non dovrebbero disturbare il sonno. Il pu-erh Feng Qing Cha Huang è del raccolto 2007, composto di soli germogli, ed ha subito una fermentazione di 70 giorni in sacchi di cotone. Uso acqua quasi bollente a 95°C e riscaldo tazze e teiera prima dell'infusione. Il colore è spento, un marrone/rossiccio guscio di castagna. Il profumo è piuttosto particolare, sa di inverno e di camino, di legna , funghi e rametti secchi del sottobosco. Anche in bocca ha un impatto singolare: corposo, intenso, in equilibrio precario fra dolce e amaro. Nella medicina tradizionale cinese è considerato al pari di un medicinale, consigliato nella cura del colesterolo alto, disturbi epatici e di digestione. Qualcuno lo consiglia anche per rimettersi in sesto dopo aver pasticciato a tavola ed esagerato con il vino... si dice funzioni veramente! Io lo bevo per il piacere di farlo, se poi servirà a mantenermi in salute, meglio così.

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