9 giugno 2013

Erba Brusca


Sabato sera, piacevole cena all' Erba Brusca - ristorante con orto in quel di Milano, Alzaia Naviglio Pavese 286.
Preciso subito che le immagini vengono dal loro sito e sono di Michele Nastasi, che io ancora mi vergogno a fotografare i luoghi e i piatti. Magari fa anche piacere a chi si impegna tanto nel suo lavoro, ma io temo di più i commenti degli altri avventori... sono timida, che ci posso fare! Tempo fa lessi su Gardenia di questo luogo alle porte della città caotica e trafficata, una zona di periferia con un suo fascino decadente: tutti quei vecchi edifici scrostati affacciati sul canale che sembrano quasi disabitati, non fosse per qualche lucina qua e là alle finestre; gli argini incolti corredati da bei ponticelli pedonali in ferro battuto. Finalmente ci siamo andati. Intanto il locale nasce da un'idea di naturale e km0 davvero encomiabile e anche molto di moda, visto il gradimento del pubblico, e cioè ortaggi ed erbe aromatiche prodotte in proprio ad uso cucina. Poi perchè l'orticello piccolino lo abbiamo anche noi da anni e siamo sempre curiosi di vedere le soluzioni adottate da altri. Certo mi aspettavo un'estensione maggiore, forse una produzione più copiosa (probabilmente per soddisfare le esigenze del ristorante ci sarà un distaccamento? Si integra con la spesa ai mercati generali?). Sicuramente il clima poco mite di questa primavera ha influito sull'aspetto inselvatichito del giardino.


L'ambiente è accogliente, rustico ma sofisticato perchè molto curato nei dettagli, il menù breve e concentrato sui prodotti di stagione. Abbiamo raccolto il suggerimento "Carte blanche", 5 piatti programmati dagli chef Alice Delcourt e Vladimiro Poma, per una panoramica completa e il dolce a scelta fra i tre in carta. Si comincia con inzimino di ceci e rucola speziato, yogurt di bufala, paprika e coriandolo. A seguire cannolicchi (3, ottimi ma pochini ahimé), fiore di zucchina arrosto (mezzo, idem come sopra) e maionese al pompelmo (stupenda, ci avrei fatto scarpetta con il pane se...). Primo piatto al cucchiaio: crema di fave con olio al peperoncino, perfetta consistenza e temperatura di servizio adatta alla stagione. Primo piatto più consistente: risotto con cipolle bruciate, timo e limone, dove la cottura del riso per i miei personalissimi gusti era un po' troppo al dente (qualcuno di mia conoscenza lo ha decretato crudo). Io avrei lasciato il riso sul fuoco 2 o 3 minuti in più. Per secondo anatra rosata tenerissima con ravanelli cotti e crudi. Sorbetto aromatizzato ai fiori ed erbe aromatiche come pre-dessert (non sono riuscita a capire quali, ma ne avrei mangiato un mastello intero). Per dolce abbiamo scelto cheese-cake con salsa alle fragole e rabarbaro (tutta fragole e poco rabarbaro, se ce n'era, ma l'ho visto un po' smunto in un vasetto accanto all'orto e mi sono consolata, il mio è più in forma!) e parfait al cioccolato fondente con olio d’oliva en fleur de sel, da sballo, poi ce li siamo scambiati a metà, come al solito. 


La selezione dei vini è sicuramente ottima, ma i vini sono cari, noi beviamo poco, poi bisogna guidare fino a casa e l'usanza "buta stupa" non ci è dato sapere se è gradita in città (ebbene siamo fieri d'esser campagnoli!), quindi optiamo per due birre USA che si rivelano una scelta vincente: una Brooklyn Lager di NYC e una Pale Ale californiana. Direi che si ritorna in autunno, per vedere come evolve la stagione orticola in cucina...

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